DISPLASIA GOMITO – ANCA E CISTINURIA

La displasia del gomito nel Terranova

Aldo Vezzoni, Massimo Petazzoni, Carlo Maria Mortellaro, Ivana De Francesco.

Introduzione

La displasia del gomito (ED dall’inglese Elbow Dysplasia) è una malattia scheletrica del periodo dell’accrescimento del cane caratterizzata dal conseguente sviluppo di artrosi.

Il termine displasia del gomito indica uno sviluppo anomalo dell’articolazione del gomito che comporta lo sviluppo di artrosi indipendentemente dal problema specifico che ha colpito il comparto articolare. Il termine ED, infatti, comprende alcune condizioni patologiche, che interessano diversi comparti dell’articolazione e che hanno come comune denominatore una forte componente ereditaria e lo sviluppo di artrosi, segno inequivocabile di sofferenza articolare e causa di dolore.

 (Tab. 1): Patologie primitive causa di artrosi nella displasia del gomito

INC: Incongruenza articolare
FCP: Frammentazione del processo coronoideo mediale dell’ulna
UAP: Mancata unione del processo anconeo dell’ulna
OCD: Osteocondrite dissecante del comparto mediale del condilo omerale
 

La gradazione della displasia del gomito

La classificazione prevede 3 gradi di malattia (I, II e III) ed un grado di normalità (grado 0): maggiore è l’artrosi e maggiore sarà il grado di ED    . Il protocollo di indagine prevede che le radiografie ai gomiti vengano eseguite non prima del compimento del dodicesimo mese di vita senza limiti di età massima. Lo studio radiografico, da effettuarsi in narcosi, può essere eseguito nel Terranova al compimento del diciottesimo mese di vita, in concomitanza con lo screening per la displasia dell’anca. Lo studio radiografico per la displasia del gomito prevede l’esecuzione di almeno una radiografia in proiezione mediolaterale flessa a 45 gradi per ogni gomito (proiezione necessaria per evidenziare con precisione le alterazioni artrosiche in corrispondenza del processo anconeo dell’ulna). Le radiografie vengono poi valutate indipendentemente da due lettori della Centrale di Lettura FSA per la gradazione ufficiale. Il grado finale di displasia del gomito del

soggetto esaminato è dato dal massimo grado di displasia di entrambe i gomiti. Ciò significa che in caso di grado III° del gomito destro e di grado 0 del gomito a sinistro il cane viene giudicato come ED di grado III°. Il grado 0, con nessun segno di artrosi, è quello indicato per la riproduzione, ammessa, con cautela, anche per il grado I°, quello con l’artrosi più lieve. In quest’ultimo caso l’eventuale accoppiamento dovrebbe avvenire solo con un soggetto con artrosi di grado 0. I gradi II° e III°, con artrosi da significativa a grave, non sono invece mai indicati per la riproduzione .Il risultato definitivo è accreditato a livello internazionale e ciò può consentire gli scambi dei migliori soggetti per la riproduzione con gli altri paesi.

L a terapia della displasia del gomito

Nei casi di incongrueza articolare, FCP, UAP ed OCD, il trattamento chirurgico, eseguito precocemente (prima dell’instaurarsi del processo artrosico avanzato), può restituire la congruenza anatomica e rallentare o arrestare l’evoluzione della degenerazione artrosica. Per fare ciò è necessario eseguire degli screening clinici e radiografici precoci all’età di sei mesi e nella stessa occasione è possibile abbinare lo screening radiografico precoce per la displasia dell’anca. Spesso, poche settimane o pochi mesi di incongruenza possono portare l’artrosi a livelli tali da invalidare il successo di qualsiasi eventuale trattamento chirurgico; da qui deriva l’importanza della diagnosi precoce. Nei casi cronici, ossia nei casi in cui l’artrosi abbia già compromesso la funzionalità dell’articolazione del gomito, l’unica soluzione terapeutica rimane quella conservativa che prevede l’impiego di farmaci in grado di combattere l’infiammazione ed il dolore, il controllo del peso e dell’attività fisica in attesa che venga studiata e prodotta una protesi artificiale da applicare nei casi più gravi.

Conclusioni

La displasia del gomito costituisce un serio problema per la salute della razza Terranova e, pur rappresentando i soggetti affetti da artrosi grave solo l’apice dell’iceberg della malattia , questi sono: portatori di una tara genetica fortemente ereditabile e gravemente invalidante, un grave disagio e dispiacere per i loro proprietari ed una forte preoccupazione e possibile oggetto di noiose controversie legali per i loro allevatori. Pertanto, la selezione di soggetti controllati e risultati negativi da tale patologia, risulta essere valorizzante ai fini selettivi e migliorativi di questa importante ed unica razza anche nell’ottica di effettuare scambi “genetici” con i paesi nord-europei che già da alcuni anni indirizzano la selezione genetica in tal senso.

Tab. 3: Genitori – Percentuale di discendenti colpiti da ED

Normale (grado 0) X Normale (grado 0) 31 %
Normale (grado 0) X Leggera displasia (grado 1) 43 %
Normale (grado 0) X Moderata displasia (grado II) 48 %
Grave displasia (grado III) X Grave displasia (grado III) 56 %

 

La tabella mette in evidenza come maggiore sia il grado di ereditabilità della malattia quando vengano accoppiati soggetti con gravità più alta di displasia del gomito.

Grado di displasia Tab. 4 Gravità della lesione artrosica Entità artrosi (mm) Criteri di selezione
 0 Gomito normale 0 Ammesso
I Leggera artrosi Minore di 2 mm Ancora ammesso
II Artrosi moderata Compresa fra 2 e 5 Non ammesso
III Artrosi grave Maggiore di 5 mm Non ammesso

Schema della gradazione della displasia del gomito secondo l’IEWG. Il gomito definito normale non deve presentare alcun segno di artrosi (semaforo verde per la riproduzione). I cani con almeno un gomito con displasia di grado I (artrosi con osteocondrofiti con altezza inferiore ai 2mm) sono ancora ammessi alla riproduzione (semaforo giallo per la riproduzione: il soggetto è ancora ammesso ma con cautela, da fare accoppiare preferibilmente con un soggetto normale o grado 0). I soggetti con almeno un gomito con displasia di grado II (osteocondrofiti di altezza compresa fra i 2 e i 5 mm) o di grado III (osteocondrofiti più alti di 5 mm) non dovrebbero essere ammessi alla riproduzione (semaforo rosso per la riproduzione).

La displasia dell’anca nel Terranova

 

Si tratta di una malattia genetica che determina una deformazione dell’articolazione dell’anca.

L’articolazione dell’anca è formata dalla testa dell’osso del femore e dalla cavità acetabolare che fa parte del bacino.

Quali sono i sintomi ?

__ saltellamento “da coniglio”

__ difficoltà ad alzarsi dalla posizione sdraiata

__ diminuzione dell’ampiezza dei movimenti

__ atrofia dei muscoli della coscia per diminuito utilizzo dell’arto colpito

MA ATTENZIONE:

il Cane può anche presentarsi del tutto asintomatico, come del resto i sintomi elencati possono non comparire tutti sullo stesso Cane.

Come si può diagnosticare con precisone la presenza di questa malattia ?

Solo una radiografia in anestesia generale potrà mettere in evidenza la patologia.

L’anestesia è assolutamente necessaria per consentire un corretto posizionamento dell’animale e quindi un’esecuzione perfetta della radiografia !

E’ importante inoltre ricordare che la gravità dei segni radiografici non è necessariamente correlata alla gravità dei sintomi della malattia: in altre parole un Cane con una grave displasia evidenziata alla lastra potrebbe non presentare gravi sintomi.

La displasia viene classificata di diverso grado a seconda di alcuni parametri:

__ sviluppo e forma della rima articolare

__ dimensioni e forma della testa del femore

__ presenza di artrosi lieve o grave

__ misurazione dei gradi secondo Norberg-Olsson

A seconda della gravità del problema ci sono alcune alternative:

__ TERAPIA MEDICA con farmaci antinfiammatori e antidolorifici, preparati condroprotettori.

__ TERAPIA CHIRURGICA : la tecnica d’elezione è la protesi totale dell’anca, di quanto la più efficace e risolutiva e riferisce il 92,5 % di successo.

Le altre metodiche chirurgiche sono meno usate e in alcuni casi inefficaci.

L’OBIETTIVO DA RAGGIUNGERE da parte di allevatori, veterinari e proprietari è CERCARE DI AVERE CUCCIOLI SANI ESCLUDENDO DALLA RIPRODUZIONE I SOGGETTI PORTATORI DELLA DISPLASIA DELL’ANCA.

foto 1: assenza di displasia

displ.1 

foto 2: displasia leggera sospetta

disp.2 

 foto 3: media displasia

 

 disp.3

foto 4: grave displasia

 

 

 disp.4

 

 

 

 

 

 

 

 

Cistinuria nel Terranova: una malattia comosomica

Dr.Claudio Brovida

 

 

I reni svolgono molte funzioni, la produzione dell’urina (soluzione di acqua e scorie non più utilizzabili od addirittura sostanze tossiche) è certamente la più conosciuta; tuttavia altre importanti attività di tipo biochimico sono svolte da questi organi, in particolare essi provvedono a trattenere tutte le sostanze utili al metabolismo del corpo, la cui perdita darebbe origine a fenomeni carenziali o addirittura a vere e proprie malattie.

 

Ed è proprio in funzione di questo principio che gran parte delle sostanze, acqua e soluti, che passano attraverso i glomeruli vengono riassorbiti nelle parti successive del nefrone, i tubuli. Fra tutte queste sostanze anche gli aminoacidi vengono riassorbiti accuratamente a livello dei tubuli, data la loro indispensabile utilità nel metabolismo e costituzione delle proteine.

 

Quando a livello dei tubuli certi meccanismi di trasporto vengono a mancare, si ha la perdita di certi amminoacidi con le urine; uno in particolare, la cistina, se eliminato in grande concentrazione può provocare seri guai, in quanto accumulandosi, può dare luogo alla formazione di agglomerati, cristalli o calcoli urinari che si possono localizzare a livello renale o nella vescica, con tutte le conseguenze che ne derivano.

 

I calcoli, che spesso hanno dimensioni ragguardevoli, si accumulano nella vescica e possono essere eliminate dalle femmine che hanno un’uretra più corta e dilatabile, a differenza dei cani maschi, che a causa dell’osso penieno, presentano un restringimento non dilatabile dell’uretra dove si possono impegnare i calcoli provocando ostruzione delle vie urinarie con possibile grave danno renale.

 

Questo tipo di difetto è correlato ad un gene autosomico, recessivo, per cui la malattia è ereditaria e si evidenzia clinicamente solo negli individui omozigoti, cioè in coloro che ricevono il gene patologico sia dalla madre che dal padre, mentre negli altri individui con un solo gene, i portatori, non si hanno sintomi, Varie razze possono essere affette da questa malattia: Bassotti, Basset Hound, Bulldog Inglese, Chihuahua, Yorkshire terrier, Irish terrier, Rottweiler ed i Terranova.

 

Come si diagnostica la cistinuria?

 

Vi sono vari livelli diagnostici: Quando la calcolosi ormai è evidente, la diagnosi si fa dall’esame delle urine, sul riscontro radiografico od ecografico. Le urine sono caratterizzate da un pH tendenzialmente acido e possono presentare nel loro sedimento delle formazioni tipiche: i cristalli di cistina. Attualmente è possibile eseguire test più sofisticati per evidenziare i cani cistinurici, cioè con due geni mutanti, tramite un esame specifico sulle urine (con nitroprussato di cianuro), mentre per i Terranova è disponibile un test su DNA che permette di evidenziare i portatori sani, cioè coloro che hanno solamente un gene mutante.

 

La cistinuria si può curare?

 

Premesso che la cistinuria, in quanto malattia genetica è eliminabile solo tramite selezione degli individui non affetti, può in molti casi essere curata. La terapia consiste innanzitutto nella diluizione della concentrazione delle urine e nell’aumento della solubilità della cistina nelle urine, al fine di favorirne la dissoluzione. Vanno poi considerati diete a ridotto contenuto proteico e farmaci specifici che permettono di raggiungere buoni risultati. Nei casi più gravi, quando la quantità di calcoli o la loro localizzazione rischiano di compromettere le condizioni di salute del paziente, è necessario ricorrere alla chirurgia